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Il portavoce militare di Hamas: “Il rilascio dei prossimi ostaggi è rinviato, Israele ha violato la tregua”

Al centro, Abu Obeida, portavoce militare di Hamas - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

«Il rilascio dei prossimi ostaggi è rinviato», preavvisa Abu Obeida, nome di battaglia usato dal portavoce militare di Hamas. Accusa gli israeliani di aver violato la tregua «fermando l’ingresso di aiuti e rallentando il ritorno della popolazione a nord». Il ministro della Difesa Israel Katz ha allertato l’esercito perché sia «pronto a qualunque scenario».

Nel comunicato, Hamas spiega di aver «deliberatamente fatto questo annuncio cinque giorni prima per tenere la porta aperta, per attuare lo scambio in tempo». La condizione è che Israele permetta l’ingresso di ruspe e scavatori che l’intelligence considera per «uso militare», mentre dovrebbero servire a rimuovere le macerie.

Yair Lapid, tra i leader dell’opposizione al governo di Bibi, chiede a gran voce una commissione d’inchiesta sulle responsabilità politiche e strategiche dietro ai massacri del 7 ottobre 2023 perpetrati dai terroristi fondamentalisti, con 1.200 israeliani uccisi. Netanyahu l’ha posticipata ancora di tre mesi e non si è mai preso alcuna responsabilità, nonostante i tredici anni al potere sugli ultimi quindici.

Netanyahu quindi bacia le pile al presidente Usa, in un discorso in Parlamento: «L’incontro con Donald Trump è stato il più importante nella Storia delle relazioni Israele–Stati Uniti. Ha presentato una visione nuova e rivoluzionaria per il giorno dopo Hamas a Gaza. Dopo un periodo difficile, siamo d’accordo con l’amministrazione statunitense su tutti gli obiettivi della guerra». Ai fischi dell’opposizione ha replicato: «Continuate a parlare del “giorno dopo” e ora l’avete ottenuto. Il vostro problema è che non corrisponde alla narrazione di Oslo. Vi rifiutate di imparare».

Trump da parte sua minaccia Hamas in perfetto stile gladiatoresco: «Deve rilasciare gli ostaggi o si scatenerà l’inferno». All’Egitto e alla Giordania: «Fermerò gli aiuti per voi, se non accogliete i profughi palestinesi».

Dopo la sparata sulla Striscia da trasformare in una Riviera di lusso, il presidente fa molto di più, dichiarandosi pronto ad «acquistare e controllare Gaza, seppur concedendo alcune aree ad altri Paesi del Medio Oriente così da aiutare nella ricostruzione».

Hamas respinge seccamente al mittente: «Gaza non è una proprietà che può essere comprata e venduta, ed è parte integrante della nostra terra palestinese occupata. Gaza appartiene al suo popolo, che non la abbandonerà se non pertornare alle sue città e ai suoi villaggi occupati nel 1948».

In linea con la politica dei dazi a pioggia, Trump ne ha annunciati altri, «del 25%, sull’acciaio e l’alluminio». In merito, l’Unione Europea nega di aver ricevuto «alcuna notifica ufficiale sull’imposizione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Usa. Non risponderemo ad annunci generici privi di dettagli o chiarimenti scritti. L’Ue non vede alcuna giustificazione per l’imposizione di dazi sulle sue esportazioni».

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