
Alla fine, ci sono anche le lacrime. Quelle di Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Coscioni, che ha seguito da vicino il dibattito in Consiglio regionale toscano e ha visto approvare la prima legge italiana sul suicidio medicalmente assistito.
Con 27 voti favorevoli (Pd, Italia Viva, Cinque Stelle e Gruppo Misto) e 13 contrari, la Toscana si fa apripista su un tema che il Parlamento ha lasciato in sospeso da anni, nonostante la Corte Costituzionale nel 2019 avesse sollecitato una legge nazionale.
La norma stabilisce regole e tempistiche per l’accesso al suicidio assistito, includendo la creazione di una Commissione multidisciplinare che, insieme al Comitato etico locale, dovrà rispondere entro 20 giorni alla richiesta di un paziente con sofferenze irreversibili. Se l’esito sarà positivo, in altri 10 giorni verranno definite le modalità e in 7 giorni l’Asl dovrà fornire gratuitamente il farmaco e il personale sanitario necessario.
Il plauso dei promotori: “Una legge di civiltà”
Per il presidente della Regione Eugenio Giani, la Toscana ha dato “un segnale molto forte” che potrebbe spingere il Parlamento a legiferare finalmente sul tema. Filomena Gallo parla di “giornata storica”, ricordando che questa legge impedirà ad altri malati di aspettare mesi o anni in condizioni di sofferenza insopportabile e irreversibile, come accaduto alla toscana Gloria, costretta a un’attesa estenuante.
Anche Marco Furfaro del Pd esulta: “Oggi la Toscana ha riconosciuto un diritto fondamentale: essere liberi fino alla fine”. Per Emma Bonino (+Europa) è “un enorme passo avanti per la libertà di scelta”, mentre Emiliano Fossi (Pd Toscana) ricorda che la regione fu la prima in Italia ad abolire la pena di morte.
Le critiche della Chiesa e del centrodestra: “Una sconfitta per tutti”
Ma la legge fa subito esplodere le polemiche. Il cardinale Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, attacca: “Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti”. Il vicepresidente della CEI, Francesco Savino, parla di “terza via tra eutanasia e accanimento terapeutico: le cure palliative”.
Dal centrodestra si prevede battaglia. Alfredo Antoniozzi (FdI) avverte che il governo impugnerà la legge e che la Consulta la boccerà, mentre Maurizio Gasparri (Forza Italia) parla di “grave forzatura” e Marco Stella (FI Toscana) evoca il rischio di “turismo della morte”, con pazienti da altre regioni che potrebbero venire in Toscana per accedere al suicidio assistito.
La Toscana ha aperto una breccia in un muro che il Parlamento non ha ancora abbattuto. Ora la palla passa al governo, alla Consulta e, inevitabilmente, al dibattito nazionale che questa legge è destinata ad accendere.