Immaginate se Giorgia Meloni non avesse ottenuto l’appoggio di Lega e Forza Italia dopo le elezioni del 2022. Sarebbe stata l’ennesima trappola del sistema elettorale e dell’aritmetica dei suffragi. In Austria, il leader del partito di estrema destra, Fpö, Herbert Kickl, ha ottenuto il 28,8 per cento dei consensi alle urne.
Il 6 gennaio aveva ricevuto dal presidente austriaco Alexander Van der Bellen il mandato per provare a formare un nuovo governo. Kickl aveva avviato i colloqui con il Partito Popolare (Övp), di orientamento conservatore – quindi non a distanze siderali dalle destre estreme, sempre più rappresentative non solo in Europa – ma ha dovuto ammettere di aver fallito.
Realistico, Kickl esclude mediazioni con i socialdemocratici di centro-sinistra, l’unico altro partito con cui il suo Partito della Libertà potrebbe raggiungere una maggioranza parlamentare.
Una Nazione in stallo
Da sottolineare che sono passati quasi due mesi e che il Paese si trova in una situazione di preoccupante stallo, con un cancelliere ad interim, Alexander Schallenberg.
Kickl ha accusato i potenziali alleati di aver fatto insistenti pressioni sulla ripartizione dei ministeri, prima di chiarire i piani politici divergenti, motivo a suo avviso del mancato accordo. “Non faccio questo passo senza rammarico”, ha scritto Kickl, informando di aver rinunciato al mandato per formare un governo di coalizione. Lanciando comunque un allarme: “L’Austria non ha tempo da perdere”.
In una dichiarazione ai media, il leader del partito conservatore austriaco Christian Stocker ha focalizzato le priorità del suo partito, come la protezione della sovranità dell’Austria e la prevenzione da influenze straniere, in particolare da parte della Russia.
“Non comprometteremmo la sicurezza del Paese”
“È fuori discussione che comprometteremo la sicurezza del Paese”, ha detto Stocker. Negli ultimi mesi, i partner stranieri avevano avvertito che la cooperazione con l’agenzia di intelligence austriaca sarebbe stata compromessa se il Partito della Libertà di Kickl avesse ottenuto il controllo del ministero degli Interni.
Il partito anti-immigrazione ed euroscettico di Kickl si oppone alle sanzioni contro la Russia: alle elezioni, tenutesi a settembre, aveva sconfitto il Partito Popolare dell’allora cancelliere Karl Nehammer con il 28,8% dei voti.
A ottobre il presidente Alexander Van der Bellen aveva dato a Nehammer la prima possibilità di formare un nuovo governo, dopo che il suo partito aveva escluso di andare al governo con il Partito della Libertà di Kickl e altri partiti si erano rifiutati di lavorare con l’Fpö. I negoziati sono falliti nei primi giorni del nuovo anno e Nehammer si è dimesso, lasciando il posto al cancelliere ad interim Alexander Schallenberg.