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Truffa a Moratti, recuperati i 980mila euro: il denaro bloccato su un conto olandese. Crosetto: “Ottimo lavoro della magistratura”

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, 61 anni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

I 980mila euro sottratti con l’inganno a Massimo Moratti sono stati individuati e congelati su un conto bancario olandese. L’ex presidente dell’Inter era stato vittima di un sofisticato raggiro, orchestrato da un gruppo di truffatori che, utilizzando un’identità vocale falsa del ministro della Difesa Guido Crosetto, lo avevano convinto a versare ingenti somme per un fantomatico riscatto destinato alla liberazione di inesistenti giornalisti rapiti in Medio Oriente.

Crosetto ha subito commentato la notizia: “Sono molto contento che i soldi sottratti con l’inganno siano stati recuperati nella loro totalità. Ottimo lavoro dei magistrati e delle forze di polizia”. Lo stesso Moratti ha espresso gratitudine per l’operato delle autorità: “Tutti sono stati molto bravi, a partire dal ministro Crosetto, che ci ha messo la faccia e mi ha avvisato subito. Il procuratore Viola e i carabinieri hanno dimostrato una professionalità incredibile”.

Un giro di truffe su vasta scala

Mentre i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano continuano a ricostruire i movimenti del denaro, la denuncia per “sostituzione di persona” presentata da Crosetto si aggiunge alle sei già depositate nell’inchiesta coordinata dal pm Giovanni Tarzia.

Oltre a Moratti, infatti, diversi imprenditori erano stati presi di mira con lo stesso metodo: tra le vittime di tentativi di raggiro figurano i Del Vecchio (Luxottica), la famiglia Beretta, gli Aleotti (Menarini), i Caprotti (Esselunga), e si attende ora anche la denuncia di Marco Tronchetti Provera, che avrebbe ricevuto una chiamata sospetta senza però cadere nel tranello. Anche Diego Della Valle, Patrizio Bertelli (marito di Miuccia Prada), la famiglia Caltagirone e Giorgio Armani sarebbero stati nel mirino della banda.

Il denaro bloccato, ma la caccia ai truffatori continua

L’indagine si concentra su una rete criminale ben organizzata, capace di utilizzare numeri clonati, software avanzati per imitare le voci e circuiti finanziari internazionali per occultare i proventi delle frodi. La pista olandese è solo uno dei filoni seguiti dagli inquirenti, che stanno verificando eventuali collegamenti tra i titolari del conto e altri possibili complici.

Secondo le prime verifiche, la banda avrebbe tentato di trasferire il denaro su un altro conto prima del blocco, senza successo. Parallelamente, emerge un’altra traccia finanziaria su Hong Kong, con un conto estero su cui Moratti avrebbe dovuto effettuare un ulteriore versamento mentre stava già denunciando la truffa.

Gli investigatori attendono ora i riscontri delle rogatorie internazionali attivate anche con il supporto di Europol, per capire se su quei conti siano transitati fondi provenienti da altre operazioni fraudolente.

L’ipotesi di reato su cui si indaga è associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alla sostituzione di persona. Le autorità sono convinte di essere sulle tracce di una rete criminale altamente specializzata, con ramificazioni che potrebbero andare ben oltre il caso Moratti.

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