Alla Conferenza di Monaco, nel suo primo vero test internazionale, il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance ha sorpreso (e irritato) gran parte dell’Europa. Nessun focus sulla sicurezza, nessuna strategia concreta sulla guerra tra Russia e Ucraina, se non una vaga profezia su un futuro “accordo ragionevole”.
Vance ha invece preferito puntare il dito contro l’Unione Europea, accusandola di aver tradito i suoi stessi valori fondamentali.
“La minaccia più grande per l’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun attore esterno. È l’Europa stessa, che sta abbandonando i suoi principi condivisi con gli Stati Uniti”, ha dichiarato, scatenando il gelo nella sala. Il giovane delfino di Trump ha attaccato frontalmente le politiche europee su immigrazione, libertà di parola e gestione dell’estrema destra, difendendo Elon Musk e minimizzando il ruolo della disinformazione russa.
Applausi? Solo da pochi parlamentari repubblicani. Il resto del pubblico è rimasto in silenzio, attonito. Ma a distanza, a riempire il vuoto ci ha pensato Donald Trump, che ha elogiato il suo vice e rincarato la dose: “L’Europa sta perdendo la libertà di parola e ha un problema serio con l’immigrazione criminale”.
L’affondo su libertà di espressione, immigrazione e “cordoni sanitari”
Nel mirino di Vance è finito il sistema europeo di regolamentazione dei contenuti online, considerato una minaccia alla libertà di espressione: “State censurando il dissenso, nascondendovi dietro brutte parole dell’era sovietica come ‘disinformazione’”, ha detto, riferendosi ai poteri che alcuni governi hanno per moderare contenuti in rete.
E poi, l’affondo sulle elezioni: ha definito “un errore” la decisione della Romania di annullare le presidenziali a causa di presunte interferenze russe, accusando l’UE di essere troppo debole: “Se pensate che la democrazia possa essere distrutta dalla pubblicità digitale di un Paese straniero, allora la vostra democrazia non è mai stata forte”.
Ma il passaggio più controverso è stato quello sull’estrema destra e sul boicottaggio di Alternative für Deutschland (AfD) alla conferenza: “La democrazia si basa sul principio sacro che la voce del popolo conta. Non c’è spazio per cordoni sanitari”, ha detto, criticando la scelta di non invitare i populisti tedeschi. Un concetto ribadito anche in un’intervista al Wall Street Journal, dove ha invitato i politici tedeschi a collaborare con AfD, provocando la dura reazione di Berlino.
E in serata, a margine della conferenza, Vance ha incontrato proprio la leader dell’AfD, Alice Weidel, già sostenuta apertamente da Elon Musk.
Il caso immigrazione e l’attentato di Monaco
Nel suo discorso, Vance ha legato l’immigrazione alla sicurezza, facendo riferimento all’attentato avvenuto proprio a Monaco poche ore prima, dove un richiedente asilo afghano ha investito decine di persone durante una manifestazione: “Quante volte dovremo subire queste tragedie prima di cambiare rotta?”.
E poi, l’avvertimento ai politici europei: “Se avete paura dei vostri stessi elettori, non c’è nulla che l’America possa fare per voi. E non c’è nulla che voi possiate fare per il popolo americano che ha eletto me e il presidente Trump”.
Musk, Greta Thunberg e il “Make Europe Great Again”
L’ultima provocazione riguarda il dibattito sulle presunte interferenze di Elon Musk nelle elezioni europee. Secondo Bruxelles, il miliardario starebbe manipolando il dibattito pubblico per favorire partiti di destra e sovranisti. Ma per Vance, si tratta di paranoia: “Se la democrazia americana è sopravvissuta a dieci anni di strigliate di Greta Thunberg, voi ragazzi potete sopravvivere a qualche mese di Elon Musk”.
A stretto giro, Musk ha rilanciato il discorso di Vance su X con un nuovo slogan: Make Europe Great Again.
Le reazioni europee: “Inaccettabile”
L’intervento di Vance ha provocato reazioni indignate in tutta Europa. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha definito le sue parole “inaccettabili”: “Ha paragonato la democrazia europea ai regimi autoritari, è una cosa inaccettabile”.
Anche il premier norvegese Jonas Gahr Støre ha criticato il discorso, sottolineando come Vance abbia completamente ignorato le vere minacce alla sicurezza globale: “Davvero quello che sta succedendo in Ucraina, in Russia e in Cina è meno importante della presunta perdita della libertà di parola in Europa? Non sono d’accordo”.
Più diplomatica la reazione dell’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas, che ha cercato di minimizzare: “Cercano di attaccare briga con noi, ma noi non vogliamo attaccare briga con i nostri amici”.
La frattura tra Stati Uniti ed Europa, però, sembra sempre più profonda. E Monaco di Baviera ne è stata solo l’ennesima conferma.