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La bronchite del Papa, paziente insubordinato: i medici hanno dovuto faticare non poco per riuscire a ricoverarlo al gemelli

Papa Francesco, 88 anni, davanti ai fedeli radunati in piazza San Pietro - Fonte: Ipa . Dillingernews.it

Il Papa è ricoverato al Policlinico Gemelli per una bronchite che lo affligge da un paio di settimane: i bollettini dicono che non ha febbre, per quanto si possa dare ascolto al dichiarato stato di salute di un pontefice, storicamente coperto dalla massima riservatezza.

Papa Francesco, si scopre ancora una volta, è oltretutto un paziente oltremodo indisciplinato: «I medici sono preziosi, ma vanno tenuti il più a distanza possibile», ha detto al medico e giornalista argentino Nelson Castro quattro anni fa.

All’inizio della sua missione sul soglio di pietro avevano trovato «una macchiolina scura» nella radiografia toracica ma lui aveva rifiutato di sottoporsi a una risonanza magnetica nucleare con contrasto «data la mia conclamata allergia allo iodio».

Non se ne parlava neanche: «Il radiologo restò stupito dal mio fermo diniego e allora domandò al medico del Vaticano: “E ora che facciamo?”. Quello rispose: “Guardi, con il carattere che ha questo Papa, non si sorprenda se si alza e se ne va. Per ora è meglio se lasciamo perdere”». Francesco lo raccontava ridendo, «gli devo aver dato l’impressione di un brutto carattere».

Ha presieduto Messa all’aperto in una giornata ventosa

Ostinato, Francesco il 9 febbraio, nella domenica del Giubileo delle Forze armate, stava seduto all’aperto in piazza San Pietro e ci è rimasto per più di due ore. Non era scontato, né del resto raccomandabile, che la domenica presiedesse la messa all’aperto, tanto più in una giornata ventosa e ancora abbastanza fredda.

Nell’omelia ha commentato un passo evangelico in cui si vede che «Gesù non è preoccupato di eseguire un compito» e «al contrario mette sempre al primo posto l’incontro con gli altri». Però si vedeva che stava già abbastanza male. 

Difficoltà nel respiro

Com’era successo il mercoledì precedente, la lettura del testo è durata poco: «E adesso mi scuso un po’ e chiedo al maestro di continuare la lettura per difficoltà nel respiro».

«Mi vogliono portare in ospedale ma sto meglio e preferirei farmi curare in casa», sospirava ancora venerdì mattina, quando finalmente il ricovero al Gemelli era stato già deciso. Anche quella mattina, comunque, ha voluto portare prima a termine le udienze programmate.

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