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Al vertice di Riad gli out out di Trump e l’orgoglio di Putin

Riad (Arabia Saudita). Il tavolo del vertice sull'Ucraina, con il segretario di Stato Usa Rubio e il ministro degli Esteri russo Lavrov - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Per gli osservatori internazionali, il tavolo del vertice di Riad sull’Ucraina è una soddisfazione per Vladimir Putin, che può ricollocarsi alla pari con gli Stati Uniti nella bilancia della diplomazia planetaria.

Ancor di più, per l’esclusione degli ucraini stessi e degli europei dai lavori in Arabia Saudita. Inoltre, tra gli inviati americano e russi spicca il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, sui cui pendono le sanzioni dagli Usa.

I rapporti si sono compromessi dopo l’annessione russa della Crimea nel 2014 e l’invasione dell’Ucraina nel 2022.

Lavrov aveva visto l’ex segretario di Stato Usa Antony Blinken a margine del G20 in India due anni fa, ma la tensione non era calata. 

Quale sarà il risultato a Riad? Il segretario di Stato Usa Marco Rubio sostiene che confrontarsi è un modo per capire se Putin vuole davvero porre fine alla guerra. Si preparerebbe un faccia a faccia tra il presidente Usa e quello russo: «improbabile» la prossima settimana, dicono i russi, possibile forse nelle «prossime settimane» secondo gli americani.

“Irrealistiche fantasie russe”

Al tavolo si parla di profitti e affari, di cooperazione anche nell’Artico caro a Trump. Fonti ucraine affermerebbero che questi non siano veri negoziati e che falliranno perché mostreranno «le irrealistiche fantasie russe». 

I critici di Trump temono che il presidente americano, pur di porre fine alla guerra, sia disposto ad accontentare Putin. «Più preoccupante della telefonata Putin-Trump sono state le dichiarazioni del capo del Pentagono alla Nato», dice al Corriere il filosofo politico Michael Walzer riferendosi a Pete Hegseth, che ha detto che è irrealistico l’ingresso di Kiev nella Nato e il ritorno ai territori pre-2014. 

«In pratica ha dato a Putin tutto ciò che potrebbe chiedere. Se questa è la politica americana, Putin ha vinto la guerra. Spero solo che gli europei e Zelensky saranno abbastanza forti da dire di no».

Nuove elezioni in Ucraina

Fox News, citando «molteplici fonti diplomatiche», scrive che i russi vorrebbero nuove elezioni in Ucraina, come «fase 2» intermedia tra il cessate il fuoco e l’accordo di pace. «Putin considera la probabilità di eleggere un presidente fantoccio come piuttosto alta, ed è convinto che qualsiasi candidato al di là dell’attuale presidente ucraino sarebbe più flessibile e pronto a negoziati e concessioni», dicono a Fox. 

Lavrov ha smentito seccamente, ma Trump ieri sera ha detto ai giornalisti di appoggiare l’idea di nuove elezioni a Kiev: «Non viene dalla Russia, ma da me e da molti altri Paesi. Abbiamo una situazione in cui non ci sono state elezioni in Ucraina e c’è la legge marziale… Il leader dell’Ucraina, odio doverlo dire, ha un tasso di approvazione del 4%» (secondo un sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology è sceso dal 77% al 52% nel 2014, ndr).

Un “Forte Trump”

Dopo i colloqui a Riad, la portavoce russa Maria Zakharova ha dichiarato che Mosca vuole «l’annullamento della dichiarazione di Bucarest del 2008 che prometteva a Kiev un eventuale ingresso senza specifiche date». Il portavoce del Cremlino Peskov ha detto martedì che l’accordo richiederà di parlare anche dell’architettura della sicurezza in Europa.  
 

Il presidente polacco Andrzej Duda si diceva ieri convinto che gli Stati Uniti non ridurranno la loro presenza sul fianco orientale della Nato e spera anzi che creeranno una base Usa permanente, un «Forte Trump». «Quello che vuole Putin è ristabilire la sfera di influenza russa in Europa dell’Est», dice Walzer. Un’Ucraina amichevole, magari dopo nuove elezioni. «E la stessa cosa nei Baltici e nel resto d’Europa».

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