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Mario Draghi lancia un messaggio chiaro all’Europa: serve una risposta immediata e concreta alle sfide della competitività, perché “il tempo non è dalla nostra parte”.

Mario Draghi con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Parlando all’Eurocamera in occasione della Settimana parlamentare europea 2025, l’ex presidente della BCE Mario Draghi ha sottolineato come l’economia europea stia ristagnando mentre il resto del mondo cresce, e che la reazione dell’UE deve essere basata su tre pilastri: “Velocità, scala e intensità”.

Mercato unico e difesa: le vulnerabilità dell’Europa

Uno dei punti critici evidenziati da Draghi è la frammentazione del mercato interno, che ostacola la crescita e la competitività: “Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull’equity”, ha dichiarato.

Un’altra grande vulnerabilità riguarda la difesa. Draghi ha lanciato un allarme sulle capacità militari dell’Unione, avvertendo che l’Europa rischia di rimanere sola nella protezione della propria sicurezza e di quella dell’Ucraina: “Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa”.

Nonostante l’UE sia collettivamente il terzo investitore mondiale nella difesa, la mancanza di un sistema industriale comune e interoperabile impedisce una crescita adeguata della capacità produttiva: “I nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l’UE è inferiore alla somma delle parti”, ha aggiunto l’ex premier.

Energia e transizione verde: un’urgenza da affrontare

Draghi ha poi posto l’accento sulla necessità di abbassare i prezzi dell’energia per non compromettere la competitività industriale europea: “Ridurre il costo dell’energia è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate”. Secondo Draghi, la transizione ecologica può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati e distribuiti equamente.

Nel suo intervento, ha quindi suggerito una profonda riforma del mercato energetico, con maggiore trasparenza nei commerci, più utilizzo di contratti di fornitura a lungo termine e investimenti massicci in reti e interconnessioni. “Dobbiamo garantire condizioni di parità per il nostro settore innovativo delle tecnologie pulite, in modo che possa beneficiare delle opportunità della transizione”, ha concluso.

Un discorso che suona come un avvertimento: l’Europa non può permettersi di restare indietro e deve agire in fretta per evitare di perdere il passo rispetto ai colossi globali.

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