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Trump rincara la dose: Zelensky resti tagliato fuori, “ha gestito male le trattative”

Donald Trump, 78 anni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Se fosse un episodio del suo reality show e non il destino di un Paese in guerra, Donald Trump avrebbe potuto liquidare Volodymyr Zelensky con il suo celebre “You’re fired”. E in fondo, il messaggio è proprio quello: per l’ex presidente americano, il leader ucraino è un ostacolo ai negoziati di pace.

“Se devo essere onesto, non penso sia importante la sua presenza agli incontri”, ha dichiarato Trump, aggiungendo che Zelensky “ha gestito male le trattative finora” e che non è una priorità per la sua amministrazione averlo al tavolo.

L’affondo è solo l’ultimo di una serie di attacchi che, da giorni, piovono sulla leadership ucraina, amplificati anche dal fedele Elon Musk. Ma Trump ha rincarato la dose, sostenendo di aver avuto “ottimi colloqui con Putin, ma non altrettanti con Zelensky“.

Poi ha lanciato un avvertimento: “Non hanno carte in mano, ma vogliono giocare duro. Non permetteremo che ciò continui”. Il messaggio tra le righe è chiaro: l’Ucraina deve accettare i termini imposti, senza troppe pretese.

“Putin potrebbe prendersi tutta l’Ucraina”

E qui arriva la parte più controversa: secondo Trump, Putin “vuole un accordo” ma potrebbe “prendersi tutta l’Ucraina” se volesse. Poi, in un passaggio che ha già fatto discutere, ha ammesso che sì, è stata la Russia ad attaccare, ma ha subito attribuito la responsabilità a Joe Biden e Zelensky: “Se ci fossero state persone competenti al comando, Putin sarebbe stato facilmente dissuaso“. Un refrain già sentito in campagna elettorale, con l’ex presidente che si dipinge come l’unico in grado di chiudere il conflitto.

Ma, dopo aver sbarrato la porta a Zelensky, Trump ha abbassato i toni: ha parlato di una possibile intesa di pace tra Russia e Ucraina e ha sottolineato che i due leader “devono parlarsi”. Ha anche accennato a un accordo sui minerali strategici con Kiev, definendolo “abbastanza vicino alla conclusione”. Tuttavia, ha smentito le voci su una sua presunta visita a Mosca per il Giorno della Vittoria del 9 maggio, data simbolica per il Cremlino.

Zelensky isolato: si fa strada l’ipotesi esilio

Mentre la Casa Bianca porta avanti i suoi piani, Zelensky cerca di rimanere in gioco. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in un colloquio telefonico con il presidente ucraino, ha ribadito che Kiev deve essere inclusa nei futuri negoziati. Ma la realtà appare diversa: i toni che arrivano da Washington parlano di un’Ucraina sempre più ai margini.

E intanto spunta un’ipotesi clamorosa: l’esilio di Zelensky in Francia. Secondo il New York Post, alla Casa Bianca si fa largo l’idea che “la scelta migliore per lui, e forse l’unica, sia partire immediatamente per Parigi”. Una prospettiva che, se confermata, segnerebbe la fine della leadership ucraina come la conosciamo.

Quanto resisterà Zelensky?

A rafforzare questa sensazione ci sono le parole di Trump su Fox News: “Macron è un mio amico, Starmer è una persona carina, ma non hanno fatto niente per porre fine alla guerra. Io invece sto agendo, perché odio vedere tutti questi morti“. Un’altra frecciata diretta agli alleati europei, accusati di immobilismo.

Mentre Trump porta avanti i suoi piani e gli equilibri geopolitici si ridefiniscono, l’unica costante è l’assenza di Zelensky dal tavolo. E, a questo punto, la domanda è inevitabile: quanto ancora potrà resistere fuori dai giochi?

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