Home CRONACA Germania al voto: Bundestag da rinnovare, ma l’ombra dell’ultradestra incombe

Germania al voto: Bundestag da rinnovare, ma l’ombra dell’ultradestra incombe

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Dalle 8 di questa mattina i tedeschi sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo Bundestag. Sono 59,2 milioni gli aventi diritto, e i seggi rimarranno aperti fino alle 18. Una tornata elettorale che arriva in un momento cruciale per la Germania, con il Paese diviso tra le promesse di stabilità di Friedrich Merz e il tentativo di resistenza del cancelliere uscente Olaf Scholz, mentre sullo sfondo cresce l’onda lunga dell’ultradestra.

Questa sarà la prima elezione con la nuova legge elettorale, che ha fissato a 630 il numero dei parlamentari dopo anni in cui il Bundestag si era allargato a dismisura. Il sistema resta quello del doppio voto: il primo per un candidato diretto nella propria circoscrizione, il secondo per una lista bloccata regionale che determina la distribuzione finale dei seggi.

Una formula complessa che può ribaltare equilibri e che, in passato, ha spesso prodotto governi di coalizione. Per entrare in Parlamento, i partiti devono superare la soglia del 5% o ottenere almeno tre mandati diretti.

In corsa ci sono 29 partiti, ma la vera sfida è tra Scholz e Merz, con la Germania divisa non solo politicamente ma anche geograficamente. Il socialdemocratico chiude la campagna a Potsdam, a est, mentre il leader della CDU lo fa a Monaco, a ovest.

Una contrapposizione che racconta di un Paese sempre più frammentato, con la Alternative für Deutschland (AfD) di Alice Weidel che avanza nei Länder orientali e spopola sui social, in particolare su TikTok, raccogliendo consensi tra le nuove generazioni.

Tra crisi internazionale e attacchi interni: un voto dal peso storico

Non è solo la sfida tra Scholz e Merz a rendere queste elezioni cruciali. La Germania è in cerca di una nuova direzione politica in un momento in cui gli equilibri globali si fanno sempre più instabili. Dall’altra parte dell’Atlantico, Donald Trump scuote l’Europa con le sue dichiarazioni imprevedibili, mentre in copertina sull’ultimo numero di Der Spiegel campeggia un Volodymyr Zelensky che si sente “tradito” dagli alleati.

E poi c’è la tensione interna, con un’escalation di attacchi che rischia di alimentare la retorica dell’ultradestra. L’ultimo episodio risale a venerdì sera, quando un 19enne siriano ha scatenato un attentato antisemita nel cuore di Berlino, tra le steli del Memoriale della Shoah. L’obiettivo, secondo le prime ricostruzioni, era “uccidere degli ebrei”. Un atto che ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e che potrebbe spostare ulteriormente l’ago della bilancia verso i partiti più radicali.

A poche ore dalla chiusura delle urne, la Germania si trova davanti a un bivio. Da una parte, chi promette continuità e un ruolo centrale in Europa. Dall’altra, chi cavalca la rabbia e la paura, spingendo per un cambio di rotta drastico. L’esito di questo voto non influenzerà solo Berlino, ma avrà ripercussioni su tutto il continente. E, in un’Europa che scruta con attenzione ogni segnale di instabilità, il risultato potrebbe pesare ben oltre i confini tedeschi.

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