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Italia in una missione di peacekeeping dopo la fine della guerra in Ucraina? Il governo è diviso

Roma. Palazzo Chigi illuminato per il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Che cosa bolle in pentola nella maggioranza pensando alla fine della guerra in Ucraina? Il primo punto che arrovella un po’ tutti è un eventuale missione di peacekeeping con l’appoggio delle Nazioni Unite. L’Italia è pronta a partecipare, si sbilanciano il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari.

La premier Meloni ha ripetuto varie volte che vanno «esplorate strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti», ovvero con l’egida dell’Onu. Sono state accolte con soddisfazione le dichiarazioni di Ursula von der Leyen, che ha parlato esplicitamente di «una rete di protezione degli Usa» per il post-conflitto in Ucraina.

Riannodare il filo tra Bruxelles e Washington

Dunque, sul fatto di evitare antagonismi con Donald Trump, ma anzi di lavorare per riannodare il filo tra Bruxelles e Washington, secondo l’entourage della premier ci sarebbe sintonia. Posizione che Meloni porterà oggi alla call straordinaria del Consiglio europeo, ma anche domenica a Londra, al summit convocato dal primo ministro britannico Keir Starmer.

Ma ci sono vari dubbi. A Ftatelli d’Italia si teme che sbilanciarsi a favore del dispiegamento di militari significhi scoprirsi su una fetta di elettorato corteggiato dal Carroccio. Il sottosegretario Fazzolari, braccio destro di Meloni, ieri mattina bollava infatti come «non tra le più efficaci» l’idea di spedire al confine truppe solo europee, «un’ipotesi che la Francia sostiene da tempo. Altro discorso è quello di una missione internazionale con cappello Onu in un contesto di pace. Missioni di questo genere l’Italia le ha fatte più volte. Semmai se ne parlerà, se ne parlerà anche con l’Italia, anche se oggi non è all’ordine del giorno».

Salvini è meno possibilista: «Il governo non sta discutendo di soldati italiani in Ucraina. Nessuno ce lo ha chiesto. Missioni Onu? Quando ce lo chiederanno ne parleremo, ma noi abbiamo già migliaia di soldati in giro per il mondo, che rischiano la vita,quindi prima di mandarne altri sarei molto cauto». Quanto alla partecipazione dell’Ue ai negoziati per la pace, indispensabile per Tajani (e Meloni), Salvini non sembra crucciato. Anzi, punge: «Se sei un soprammobile non puoi stupirti se non sei invitato al tavolo».

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