Nuovi guai per Stefania Nobile. La figlia di Wanna Marchi è finita agli arresti domiciliari insieme al suo ex compagno Davide Lacerenza, titolare della Gintoneria, il noto locale di lusso di Milano. L’accusa? Un business parallelo fatto di escort e droga, con tanto di servizio delivery per i clienti più esigenti. Il tutto sotto gli occhi di Nobile, che – secondo la Procura – non solo sapeva, ma amministrava attivamente il locale. A condurre l’operazione il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, che ha messo i sigilli alla Gintoneria e disposto il sequestro di beni per oltre 900mila euro, ritenuti provento dell’attività illecita. Coinvolto anche il factotum del locale, Davide Ariganello, anche lui finito ai domiciliari. Le indagini sono scattate dopo alcune segnalazioni per operazioni sospette legate a ipotesi di riciclaggio.
Escort, droga e un privé per i clienti più facoltosi
L’inchiesta ha svelato il lato oscuro della Gintoneria e del locale adiacente, La Malmaison, usato come privé esclusivo per chi voleva appartarsi e consumare sostanze stupefacenti. Nelle intercettazioni emerge chiaramente il ruolo di Nobile come dominus della Ginto Eventi srl, la società di Lacerenza che gestiva il business. La donna avrebbe perfino noleggiato una Lamborghini Urus con i proventi dell’attività, utilizzandola per un viaggio lampo in Albania con la madre.
Non solo. La Nobile, pur non avendo un ruolo attivo nel traffico di droga, era perfettamente consapevole della situazione e – anzi – non faceva nulla per fermare il suo ex compagno. In una conversazione intercettata, dopo aver incassato 70mila euro da un cliente, si mostra soddisfatta all’idea di poter finanziare la ristrutturazione del nuovo locale.
“Tanto prima o poi ci arrestano”
Nobile era cosciente dei rischi e delle possibili conseguenze. In un’intercettazione del 10 maggio 2024, sfogandosi con Ariganello dopo una lite con Lacerenza, prevede il proprio arresto:
“Ma ti rendi conto, ma possiamo continuare così Davide? Tanto da un momento all’altro arrivano, io me lo aspetto, cioè io non dormo, dormo mezz’ora mi sveglio, perché arrivano lo so, ma anche Jack (un poliziotto non identificato, ndr) me l’ha fatto capire”.
E aggiunge: “Io son già stata in galera, lui (Lacerenza, ndr) scherza, ride, ma lui non c’è stato, lui dopo due ore in galera si ammazza eh!”
Lacerenza, d’altra parte, sembra non essersi mai preoccupato troppo. Per la gip Alessandra Di Fazio, il titolare della Gintoneria ha mostrato una “spregiudicatezza totale”, con uno stile di vita sfacciatamente sopra le righe, caratterizzato da un uso smodato di droga e una gestione del locale che definire discutibile è poco. Emblematico il video girato lo scorso 31 gennaio, in cui appare mentre sniffa cocaina in diretta social con un noto youtuber e si intrattiene con escort in abiti succinti.
E Wanna Marchi? Critica ma incassa
Dalle intercettazioni emerge che anche Wanna Marchi era perfettamente consapevole di ciò che accadeva alla Gintoneria. Da un lato, l’ex regina delle televendite critica le attività del locale, dall’altro plaude agli incassi stellari.
In particolare, avrebbe espresso disgusto per un cliente che aveva speso 640mila euro in tre anni, definendolo “una persona schifosa per il suo comportamento scurrile e trash”. Ma subito dopo elogia i guadagni, che le hanno permesso di viaggiare tra Albania, Stati Uniti e Turchia.
Parlando con il figlio Maurizio, Marchi esprime preoccupazione per Lacerenza, prevedendo guai giudiziari per lo stile di vita dissoluto dell’ex genero. Ma il suo atteggiamento resta ambiguo: sapeva, criticava, ma intanto incassava.