La scala c’è, la nota disciplinare pure, e il caso è servito. A Verona scoppia una polemica surreale che ha tutti gli ingredienti per essere l’ennesimo capitolo della saga “inclusione o imposizione?”. Tutto nasce dal rifiuto di un ragazzino di 13 anni di salire la famigerata Scala Arcobaleno, un’iniziativa dell’istituto scolastico per la Giornata nazionale contro l’omofobia, decorata con parole di propaganda woke come inclusione, accoglienza e non discriminazione. Il ragazzo, pur di evitarla, si è letteralmente arrampicato sulla ringhiera, mettendo a rischio la propria incolumità. Risultato? Una nota disciplinare, che però non è bastata a spegnere il caso.
Delirio Woke
A denunciare l’accaduto è stato il deputato leghista Rossano Sasso, secondo cui il ragazzo sarebbe stato “accusato di omofobia” per aver rifiutato di calpestare la scala dai colori arcobaleno. Apriti cielo: la notizia diventa un caso nazionale. La scuola si difende, dicendo che il provvedimento non ha nulla a che vedere con motivazioni ideologiche, ma riguarda esclusivamente il pericolo in cui si è messo lo studente. Il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Marco Bussetti, ha provato a spegnere le polemiche, ribadendo che “la scuola ha agito solo per tutelare l’incolumità del ragazzo e dissuadere da comportamenti simili”, ma ormai il danno è fatto: la vicenda è diventata il simbolo della tensione tra chi vuole fare educazione e chi impone ideologie.
I genitori del ragazzo, dal canto loro, non ci stanno e scrivono direttamente al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, definendo “inaccettabili” le motivazioni della sanzione. E la Lega rincara la dose. Il consigliere regionale Filippo Rigo parla di una “vicenda che deve essere chiarita quanto prima”, mentre un altro esponente del Carroccio, Giuseppe Pan, avverte: “I comportamenti pericolosi non vanno giustificati, ma rispettiamo l’opinione dei ragazzi”.
Nel frattempo, qualcuno si chiede se la scuola abbia davvero agito in modo neutrale. Perché una scala color arcobaleno in un istituto scolastico? Perché i ragazzi dovevano per forza percorrerla? E perché, nel dubbio, il solito moralismo woke si schiera compatto contro un tredicenne che ha osato avere un’opinione diversa?