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La Groenlandia Sceglie l’Opposizione: Un Altro Fallimento per il Colonialismo Mascherato di USA ed Europa

C’è una terra coperta di ghiaccio che sembra lontana anni luce dai giochi di potere di Washington e Bruxelles, e invece è al centro di un risiko geopolitico che dice molto più di quanto sembri. La Groenlandia ha appena mandato a casa il governo filo-danese, scegliendo l’opposizione di centrodestra. Una scossa che potrebbe cambiare gli equilibri nel Grande Nord, ma soprattutto svelare ancora una volta l’ipocrisia dell’Occidente, che ama parlare di autodeterminazione solo quando fa comodo.

La Groenlandia non è solo un’isola gigantesca

Perché la Groenlandia non è soltanto un’isola gigantesca piena di ghiaccio e di fiordi mozzafiato. È il più grande territorio autonomo del mondo, ricchissimo di risorse minerarie, e fa gola a tutti. Gli Stati Uniti, che già nel 1946 avevano provato a comprarsela come fosse un terreno in vendita su Zillow, sono sempre più presenti, con il loro solito approccio: basi militari, “collaborazione” strategica e, all’occorrenza, dollari sonanti per comprare influenza politica.

Dall’altra parte c’è l’Europa, con la Danimarca che continua a giocare il ruolo di “protettore illuminato”, un eufemismo per dire che non vuole mollare la presa su un territorio che le garantisce peso politico e accesso a risorse naturali. Il risultato? La Groenlandia resta formalmente autonoma, ma con il guinzaglio ben saldo nelle mani di Copenaghen. E quando i groenlandesi provano a decidere qualcosa per conto loro – come limitare l’estrazione mineraria per non svendere il Paese alle multinazionali – scattano le pressioni economiche e diplomatiche.

Cosa ci dimostrano le elezioni

Questa elezione dimostra che i cittadini groenlandesi ne hanno abbastanza. Non è solo una scelta politica: è un atto di ribellione contro un colonialismo che si è travestito da partenariato. E la cosa più ironica è che proprio quegli Stati che ogni giorno si riempiono la bocca con parole come “sovranità” e “diritti dei popoli” sono i primi a preoccuparsi quando un territorio strategico prova davvero a decidere per sé stesso.

Gli USA vedono nella Groenlandia una base perfetta per la loro guerra fredda 2.0 con Cina e Russia. L’Europa la considera una sua appendice naturale. Ma forse è arrivato il momento di prendere sul serio quello che i groenlandesi stanno dicendo: vogliono essere padroni del proprio destino, senza dover scegliere tra il guinzaglio americano e quello europeo.

Asse Usa Bruxelles

Sarà interessante vedere come reagiranno Washington e Bruxelles a questa scossa. Perché la verità è che l’Occidente ama la democrazia, ma solo finché porta ai risultati giusti. Quando invece i popoli votano in modo “sbagliato”, allora si parla di instabilità, si evocano scenari di crisi e si trovano scuse per rimettere tutto sotto controllo. Ma in Groenlandia il ghiaccio si sta sciogliendo, e con esso, forse, anche l’illusione che l’Occidente sia davvero il garante della libertà.

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