Home CRONACA Schlein e il PD in piazza per l’Europa, ma con quale coerenza?

Schlein e il PD in piazza per l’Europa, ma con quale coerenza?

Uno spettacolo imponente, piazza del Popolo gremita, facce sorridenti, bandiere europee e arcobaleno. La folla è così tanta che molti restano affacciati dai tornanti del Pincio, a picco sul palco e sul backstage. Ma mentre ci si guarda attorno, tra cori e applausi, sorge una domanda inevitabile: per cosa stanno davvero manifestando?

L’idea era nata da Michele Serra, che dalla sua Amaca di Repubblica aveva lanciato l’appello a scendere in piazza in nome dell’Europa. Eppure, a guardarla bene, questa piazza è un puzzle di visioni contrastanti, un miscuglio di sentimenti che spaziano dall’europeismo di Ventotene al realismo dei mercati, dal pacifismo ragionevole a quello assoluto di chi è venuto con fiori da mettere nei cannoni. Il tutto ignorando quasi completamente il popolo ucraino, mentre si tenta di far convivere l’Inno alla Gioia con Bella ciao, e una versione di Europa che noi possiamo permetterci ma che finlandesi e polacchi, con i cannoni di Putin sulla porta di casa, faticano a comprendere.

Un popolo di sinistra, ma con troppe anime e nessuna idea

C’è molto ceto medio dem, un’atmosfera vagamente radical chic, tante bandiere europee e molti simboli di movimenti cattolici e sindacali: Sant’Egidio, Agesci, Acli, Legacoop. I sindaci, primi ad aderire all’appello di Serra, sfilano con le fasce tricolori. Roberto Gualtieri, primo cittadino di Roma, è accolto da vere e proprie ovazioni.

Nel parterre si incrociano nomi noti della sinistra: Marisa Laurito con Susanna Camusso, Achille Occhetto con un berretto leninista. Pochi giovani, molte famiglie con passeggini. I sindacati si fanno vedere compatti: Landini per la Cgil, Bombardieri per la Uil, Fumarola per la Cisl.

Non passa inosservata l’assenza di Giuseppe Conte, liquidata con una battuta: “Del resto, Trump è un suo vecchio amico, c’è poco da stupirsi”. C’è invece Carlo Calenda, con le bandiere di Ucraina e Georgia, mentre di Matteo Renzi nessuna traccia, se non attraverso Maria Elena Boschi, elegantissima, avvolta in una bandiera europea, impegnata a rilasciare lunghe interviste.

Applausi anche per Nicola Fratoianni, che sembra aver parcheggiato con prudenza la famosa Tesla della moglie lontano dalla folla, viste le recenti polemiche.

L’arrivo di Schlein tra ovazioni e polemiche

Dove sta la coerenza del PD e della sua segretaria? Come si può manifestare per un’Europa forte e unita quando il proprio partito si divide su questioni centrali come il patto di stabilità? Come si può costruire un’identità chiara quando nella stessa piazza convivono europeisti convinti e pacifisti radicali, filoeuropei e No Nato, entusiasti della governance UE e scettici che sognano un’Europa diversa?

La piazza applaude. Schlein sorride. Ma le contraddizioni restano. E sono destinate a pesare.

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