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ECCO COSA SI SONO DETTI TRUMP E PUTIN NEL DIALOGO PER LA PACE

Vladimir Putin ha accettato di sospendere per 30 giorni i bombardamenti sulle infrastrutture energetiche ucraine dopo una lunga telefonata di due ore e mezza con Donald Trump. Il Cremlino ha annunciato che il presidente russo ha dato “subito l’ordine all’esercito”, mentre già oggi si terrà uno scambio di 175 prigionieri russi con altrettanti ucraini.

Le parole di Trump

La Casa Bianca ha accolto positivamente la notizia, con Trump che su Truth Social ha definito la conversazione “molto buona e produttiva”. Si tratta della prima tregua accettata da entrambe le parti in tre anni di guerra. Ma il presidente russo ha rifiutato il cessate il fuoco totale di un mese, proposto dagli Stati Uniti e approvato da Kiev l’11 marzo a Gedda.

Già lo scorso ottobre Zelensky aveva suggerito una tregua sugli attacchi alle infrastrutture energetiche come primo passo per un accordo. Mentre a Gedda aveva avanzato una proposta più ampia che prevedeva lo stop anche agli attacchi aerei e marittimi. Gli americani, però, avevano ritenuto questa idea insufficiente e avevano spinto l’Ucraina ad accettare una tregua totale di 30 giorni. Oggi Putin solleva obiezioni sulla stessa proposta, ponendo una condizione chiave: la cessazione completa degli aiuti militari e di intelligence stranieri a Kiev.

Nessun riferimento a una pace definitiva

Secondo alcuni analisti, è un tentativo del Cremlino per ottenere concessioni anche solo per una tregua temporanea, mentre altri vedono questa richiesta come il primo passo verso un accordo di pace definitivo. Tuttavia, nel comunicato americano non c’è alcun riferimento a questa condizione, mentre il Cremlino l’ha esplicitata chiaramente. La posizione di Trump sugli aiuti militari all’Ucraina è stata più volte ambigua. Lui e il suo vicepresidente J.D. Vance hanno criticato i miliardi di dollari spesi dagli Stati Uniti nel conflitto. Ma commentatori conservatori, come quelli di Fox News, avvertono che concedere alla Russia una leva negoziale così grande in cambio di una tregua potrebbe essere un errore strategico.

E l’Europa?

Dal punto di vista europeo, la telefonata tra Trump e Putin è stata accolta con cautela. Scholz e Macron hanno definito il colloquio “un passo nella giusta direzione”. Ma hanno ribadito il sostegno a Kiev: “Continueremo a sostenere l’esercito ucraino nella sua resistenza contro l’aggressione russa”, ha dichiarato Macron. Zelensky, informato dell’esito della telefonata, ha accolto positivamente la tregua parziale, ma ha avvertito che Mosca si sta preparando a nuove offensive nei prossimi mesi.

Siamo sicuri che a comandare sia Trump e non Putin?

Un altro dettaglio rilevante riguarda la differenza di terminologia nei comunicati ufficiali. La Casa Bianca ha parlato di un cessate il fuoco su “energia e infrastrutture”. Quindi lasciando intendere che la tregua includa non solo centrali e reti energetiche. Ma anche strade, ponti e altre strutture strategiche. Il Cremlino, invece, ha parlato esplicitamente di una pausa riferita esclusivamente alle infrastrutture energetiche, lasciando quindi aperta la possibilità di colpire altri obiettivi cruciali per Kiev.

Sul fronte diplomatico, gli Stati Uniti hanno dichiarato che inizieranno immediatamente le trattative per un cessate il fuoco marittimo nel Mar Nero. Oltre a negoziati per un possibile cessate il fuoco totale e una pace duratura. Tuttavia, mentre Washington sembra voler accelerare il processo, Mosca pare intenzionata a prendere tempo, dando priorità alla normalizzazione dei rapporti con gli Stati Uniti, piuttosto che alla risoluzione immediata della guerra in Ucraina.

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