L’Italia che ci meritiamo è anche questa: una maestra d’asilo che, per arrotondare, apre un profilo su OnlyFans e finisce al centro di un caso mediatico. Elena Maraga, 29 anni, lavora in un asilo parrocchiale della provincia di Treviso, ma il suo secondo impiego come content creator per adulti le è costato la sospensione temporanea, con il serio rischio di un licenziamento definitivo. Un provvedimento che, secondo la diretta interessata, non sarebbe neppure condiviso da molti genitori della scuola, tanto che, se la situazione dovesse precipitare, sarebbe pronta a lanciare una raccolta firme per dimostrare il sostegno ricevuto.
Il caso social di Elena Maraga
Nel frattempo, la vicenda è esplosa sui social e sui media tradizionali, con la maestra che ha difeso con fermezza la sua scelta, ribadendo in diverse interviste: “Non ho fatto nulla di male. Non ho violato nessuna regola concreta”. Eppure, la Fism (Federazione italiana scuole materne) non ha perso tempo, annunciando l’introduzione di un codice etico che vincolerà i dipendenti anche nella sfera privata. Una mossa che suona più come una reazione d’emergenza che come una riflessione ponderata sui confini tra vita professionale e libertà personale.
La sua storia è il riflesso di un Paese che, tra modernità e moralismi, non ha ancora deciso da che parte stare. Da un lato, il mestiere di educatrice scolastica è mal pagato e spesso privo di reali tutele. Dall’altro, la monetizzazione dell’immagine su piattaforme come OnlyFans è ormai un fenomeno in crescita, spesso ben più remunerativo di lavori tradizionali. “Guadagno 1.200 euro da maestra, su OnlyFans ho fatto 1.400 euro in un solo mese”, ha rivelato Maraga, lasciando intendere che, se la scuola la licenziasse, non avrebbe troppi problemi a trasformare il suo piano B in un’occupazione a tempo pieno.
I dubbi restano
Resta la domanda: è davvero questo lo scandalo su cui indignarsi? O dovremmo piuttosto chiederci perché una donna di 29 anni, con un lavoro delicato e di responsabilità, debba cercare un’alternativa su una piattaforma per adulti per arrivare a fine mese? Forse il vero problema non è lei, ma il sistema che costringe sempre più giovani a cercare reddito altrove, con buona pace dei codici etici calati dall’alto.