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SEMBRA UN FILM TRASH MA NON LO È: IL PARLAMENTO SI OCCUPA DI FABRIZIO CORONA | È POLITICA O GOSSIP?

La politica italiana è un teatro dell’assurdo, con attori scadenti e copioni che fanno ridere meno di una fiction di terza categoria.

Ma quando una deputata del PD si alza in Parlamento per denunciare Fabrizio Corona, in diretta dallo scranno della Repubblica, allora siamo ufficialmente oltre la commedia: siamo nel grottesco.

Eppure è successo. In un’aula che dovrebbe occuparsi di economia, sicurezza, crisi internazionali, un’onorevole ha pensato bene di impiegare il tempo – e i soldi dei contribuenti – per attaccare Corona, colpevole di aver detto cose poco carine su Selvaggia Lucarelli. Parole dure, certo. Ma da quando in questo Paese il Parlamento si trasforma in un tribunale del gossip? Da quando le opinioni, anche le più feroci, si regolano con interrogazioni parlamentari?

La verità è che alla politica non frega nulla della cultura dello stupro (che, per inciso, non c’entra un tubo con questa storia), e ancora meno della Lucarelli. Qui si tratta di un’altra cosa: il solito vizietto della censura. Quella censura che oggi si traveste da indignazione femminista, ma che è sempre la stessa: il tentativo di mettere le mani su tutto ciò che è cultura, spettacolo, comunicazione. Non con il talento, ma con la politica.

Sembra gossip ma è Politica

E mentre il Parlamento finge di difendere i diritti e la libertà di espressione, sono gli stessi partiti a mettere il cappello su ogni evento culturale che conta. Il PD che oggi si straccia le vesti per la Lucarelli è lo stesso che sponsorizza il Gay Pride come fosse un comizio elettorale. Perché il Pride è una festa bellissima, ma che sia diventato una passerella politica è sotto gli occhi di tutti. L’arte, la comunicazione, il giornalismo, la musica, tutto deve avere un bollino di approvazione politica, altrimenti diventa “pericoloso”, “violento”, “da censurare”.

Corona, con tutti i suoi eccessi, non è il problema di questo Paese. Il problema è che la politica, invece di risolvere i problemi reali, passa il tempo a decidere cosa si può dire e cosa no, chi si può attaccare e chi deve essere intoccabile. Il problema è che non siamo più liberi nemmeno di litigare senza che qualche onorevole ci metta sopra il timbro della morale di partito.

Se questo è il dibattito politico italiano, meglio guardarsi un film trash. Almeno quello non pretende di essere serio.

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