Home CRONACA ELLY SCHLEIN ABBANDONATA DA TUTTI, SENTITE COSA HA DETTO ROMANO PRODI…

ELLY SCHLEIN ABBANDONATA DA TUTTI, SENTITE COSA HA DETTO ROMANO PRODI…

Altro che Ventotene. Mentre il Partito Democratico si rifugia sull’isola simbolo dell’europeismo per rispolverare Altiero Spinelli e l’antifascismo militante, è Romano Prodi a far detonare il siluro più potente contro Elly Schlein. “Avrei votato sì”, dice l’ex premier al Corriere della Sera, riferendosi al Piano di riarmo europeo che ha spaccato il Pd in Europa. Una dichiarazione netta, inequivocabile, forse la più pesante arrivata finora da un padre nobile del partito contro la linea della segretaria.

I siluri di Prodi conto il Pd

“Anche se si poteva cambiare nome fin dall’inizio”, premette, riferendosi a quello che oggi Ursula von der Leyen ha ribattezzato Readiness 2030. “Era chiaro che si sarebbe trattato di un progetto di collaborazione di lungo periodo tra i Paesi europei”, aggiunge. Ma non basta: “La nuova formulazione mi ha fatto un po’ sorridere. E arrivati a quella data, che cosa succede? Non solo è lontana, ma manca totalmente l’indicazione di una volontà precisa sulla comune difesa. Sono passi ancora troppo prudenti. Una maggiore cooperazione senza contenuti non basta”.

La linea di Schlein, quella dell’astensione scelta per evitare la spaccatura e offrire una sponda all’ala sinistra, si è rivelata invece una débâcle strategica. I dieci eurodeputati che hanno votato sì – in piena sintonia con l’eurogruppo dei Socialisti e Democratici – sono stati bollati come “ribelli”, ma ora ricevono la benedizione dell’ex presidente della Commissione europea. E il profumo di scissione interna torna a farsi pungente.

Come già accaduto a suo tempo per l’euro, Prodi rilancia il concetto di Europa a due velocità anche sul terreno della difesa: “Certo, si parte con chi condivide il progetto. Poi chi vuole segue”.

Poi le sparate contro la Meloni

E se da un lato critica l’inconsistenza della proposta attuale, dall’altro spara ad alzo zero su Giorgia Meloni. “È impressionante il gioco che fa Meloni – osserva – e appare chiaro quanto sia pro Europa per possibile convenienza, ma non nell’anima”. Il quadro internazionale, secondo il Professore, parla chiaro: “Si dovrebbe rendere conto che tutti vanno a Washington e lei no perché non c’è più bisogno dell’Italia. Così rischiamo di essere Arlecchino servo di due padroni”.

Poi affonda ancora: “Chirac mi diceva sempre: non c’è Europa senza l’Italia. Purtroppo non è più così. Il futuro cancelliere tedesco Merz si è fatto sfuggire che, a sostegno del tandem franco-tedesco, c’è la Polonia e non più l’Italia. Questo è un nostro dramma nazionale”.

Dunque, mentre i democratici si raccolgono in pellegrinaggio a Ventotene per rievocare il Manifesto del 1941, è Prodi a ricordare che la vera questione non è il simbolismo, ma il vuoto strategico dell’Italia, dentro un’Europa che rischia di correre senza di noi. E dentro un partito che, ancora una volta, si scopre profondamente diviso.

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