La Procura di Milano ha aperto un’indagine esplorativa sulla vendita dello stadio San Siro da parte del Comune a Milan e Inter. Il fascicolo, al momento iscritto a modello 45 – ovvero senza ipotesi di reato né indagati – è stato affidato alla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, responsabile del dipartimento reati contro la pubblica amministrazione, e al procuratore Marcello Viola. Obiettivo: verificare se l’operazione possa comportare danni economici per le casse pubbliche, in particolare rispetto alla procedura di dismissione del Meazza.
L’indagine e l’esposto
Il procedimento nasce da un esposto presentato da cittadini e comitati contrari alla vendita, tra cui il Comitato Sì Meazza, animato da Luigi Corbani, ex vicesindaco di Milano negli anni Ottanta, da tempo impegnato nella battaglia contro quella che definisce “la svendita” dello stadio alle due società calcistiche milanesi.
Nel frattempo, Milan e Inter hanno inviato a Palazzo Marino il documento di fattibilità per l’acquisizione del complesso, e la giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala ha approvato una delibera con le linee guida per le prossime fasi. Tra queste, l’avvio della conferenza dei servizi e un avviso pubblico per verificare se vi siano altri soggetti interessati all’acquisto.
Le cifre sul tavolo parlano di circa 124 milioni di euro per l’area su cui sorge San Siro, più 72 milioni e 980 mila euro per l’impianto sportivo. A fronte di questo, il Comune si accollerebbe uno “sconto” di circa 80 milioni, cifra necessaria per coprire le spese di demolizione e bonifica dell’area. Un’operazione che solleva più di una perplessità, e che ora sarà valutata anche sotto il profilo giuridico.
