Altro che pacato statista. Romano Prodi, l’ex premier e padre nobile del centrosinistra, si sarebbe lasciato andare a un gesto tutt’altro che elegante durante la manifestazione “Libri come 2025” a Roma. Proprio lui, che dovrebbe incarnare la misura e la diplomazia, ha risposto con parole stizzite e un gesto quantomeno bizzarro all’inviata di Quarta Repubblica, Lavinia Orefici, colpevole di avergli rivolto una domanda – peraltro garbata – sul Manifesto di Ventotene.
Scontro Prodi Orefice
“Che cavolo di domanda è? Questo è un modo volgare di fare politica”, avrebbe sbottato Prodi con tono infastidito e sarcastico, secondo quanto riportato in una nota di Mediaset R4. Ma non si è fermato lì: “una mano del Presidente ha afferrato una ciocca dei capelli della giornalista e l’ha strattonata”, si legge nel comunicato, che parla di un gesto fulmineo, ma tanto sufficiente da lasciare la cronista scioccata e senza parole.
La stessa Lavinia Orefici ha raccontato quanto accaduto: “Il Presidente Prodi, oltre a rispondere alla mia domanda con tono aggressivo e intimidatorio, ha preso una ciocca dei miei capelli e l’ha tirata. Ho sentito la sua mano fra i miei capelli, per me è stato scioccante. Lavoro per Mediaset da dieci anni, sono stata inviata all’estero su vari fronti e non ho mai vissuto una situazione del genere. Mi sono sentita offesa come giornalista e come donna”.
Prodi ha provato a ridimensionare l’episodio: “Non ho strattonato o tirato i capelli alla giornalista di Quarta Repubblica, Lavinia Orefici – ha detto all’ANSA – ma come tutti i giornalisti e le persone presenti possono testimoniare, ho appoggiato una mano sulla sua spalla perché stava dicendo cose assurde”.
Peccato che la giornalista non abbia accolto la versione dell’ex premier. E in una nuova dichiarazione, ha rilanciato: “Mi dispiace che il presidente non si sia semplicemente scusato per il gesto che vedremo lunedì nel filmato. Le cose più gravi sono le inaccettabili parole, inappropriate e paternalistiche, contro un giornalista che pacatamente ha chiesto un commento su ciò che ha detto la premier Giorgia Meloni in aula”.
Insomma, Romano Prodi che si infuria e liquida le domande con sufficienza paternalistica: altro che europeismo di Ventotene. Qui il vero “manifesto” è quello di chi non tollera nemmeno un microfono.