C’è un sistema che scricchiola, che da mesi si difende con la corazza della retorica sportiva, dei risultati, del “bisogna soffrire per arrivare in alto”. Ma poi arrivano le intercettazioni. E l’aria cambia. Le frasi captate al telefono, riportate dal Corriere della Sera, arrivano dritte dalla pancia di quello che per anni è stato descritto come un modello di perfezione: la ginnastica ritmica italiana. In realtà, un mondo fatto di pressioni, umiliazioni e abusi. Dove se sbagli un lancio, ti togli i vestiti. Fino a restare in mutande.
Le intercettazioni
Le intercettazioni risalgono al 2022 e sono state disposte dalla procura di Monza, che ha incaricato i carabinieri di indagare su ciò che accadeva (e forse accade ancora) tra l’Accademia di Desio e la palestra di Fabriano. È lì che cresceva la fuoriclasse Sofia Raffaeli, allenata all’epoca da Julieta Cantaluppi, che oggi lavora in Israele.
Il 27 novembre 2022, la coach Olga Tishina parla con la collega Nesvetova. Racconta cosa succedeva a Fabriano, e le parole sono una doccia fredda: “Quando (Cantaluppi) faceva fare a Raffaeli e Serena Ottaviani l’esercizio di lanciarsi il cerchio… quando non riuscivano a fare il lancio, dovevano togliersi una parte dei vestiti. E alla fine sono rimaste in mutande”. Non è tutto. “Quando le chiudeva in uno stanzino piccolo, freddo, senza telefoni, senza nulla, perché si allenavano male… lei le metteva in punizione, stavano sedute per terra”.
Non sono episodi marginali. Sono voci interne, tecniche, che descrivono un sistema in cui l’errore viene pagato con l’umiliazione fisica e psicologica. Cantaluppi ha lasciato Fabriano nel settembre 2023, mollando anche l’insegnamento di Raffaeli e Milena Baldassarri. Ma il sistema resta. E si fa domande. Anche imbarazzanti.
Uno scenario drammatico
In un’altra intercettazione, Cantaluppi telefona a Nina Corradini, ex ginnasta che con Anna Basta ha denunciato Emanuela Maccarani. La sua preoccupazione è capire cosa Corradini abbia detto ai giudici. “Aspè Nina ho l’ultima domanda… gli fanno le domande solamente su Olga o su Maccarani o su tutto il team?”, chiede. La risposta è che si parla solo di Desio. Come dire: per ora.
Ma il quadro si allarga. Il 18 dicembre 2022, l’ex presidente federale Gherardo Tecchi parla con un dirigente della Brianza e ammette, senza filtri, che la violenza era nota. “Il sistema è condannabile, nessuno lo condivide però… però oggi Vanessa Ferrari è quella che è, Carlotta Ferlito è quello che è”. E poi: “La Vanessa Ferrari comunque ha fatto parte di un sistema del cazzo, perché, diciamocelo apertamente, una volta io ho visto Enrico prendere a sberle a Milano la Bergamelli (Monica Bergamelli, ex ginnasta)”.
Non basta? Nei giorni scorsi sono usciti anche gli audio tra Tecchi e il suo successore Andrea Facci. Che, al telefono, scivola nel sessismo da spogliatoio. Parlando della ginnasta Ginevra Parrini, Facci dice: “È una bella figa, è una bella figa (ride). C.D. mi ha scritto in un messaggino che lui non sa chi cazzo è ‘sta Parrini ma la farebbe presidente (ride). Gli ho risposto: ‘Caro mio, solo perché è figa non si può farla presidente’”. E rincara: “La terza volta (Parrini) in minigonna che le si vedeva anche il… cuore”.
Il Coni ha aperto un’inchiesta su Facci. Ma il punto non è più solo quello. Il punto è che le inchieste si moltiplicano, le testimonianze aumentano, i toni si fanno gravi — eppure, in Federazione, si continua a girare la testa dall’altra parte. Parlano di metodo, di eccellenza, di obiettivi. Intanto, nel nome del podio, si resta chiusi in uno stanzino. In mutande. E in silenzio.