Home CRONACA Ibrahimovic che combini? Ecco i dubbi sulla sua “scomparsa”

Ibrahimovic che combini? Ecco i dubbi sulla sua “scomparsa”

Alla fine, dopo settimane di silenzio, è ricomparso Zlatan. Ibrahimovic è tornato a farsi vedere, e lo ha fatto con il solito tempismo da copione scritto: prima a Milanello, poi allo stadio Maradona per Napoli-Milan e sotto i riflettori, là dove si sente più a suo agio. Un ritorno che non è passato inosservato, perché arriva dopo un mese di assenza, dopo l’intervista controversa a GQ, dopo il viaggio di Furlani negli Stati Uniti per incontrare Gerry Cardinale e ribadire chi comanda davvero nel Milan.

Ibrahimovic e i dubbi sulla sua “scomparsa”

Un’assenza che aveva alimentato indiscrezioni, sospetti, mezze verità. Qualcuno lo dava ai margini, qualcuno parlava di un gelo con Furlani, qualcuno ipotizzava persino un addio anticipato. E invece no: Zlatan è tornato, ed è tornato a modo suo. In scena, non dietro le quinte. Con tanto di microfono DAZN in mano, a rispondere in diretta alle domande di Diletta Leotta e Andrea Stramaccioni.

“La verità è che sono stato male”, ha spiegato Ibra, disinnescando i pettegolezzi con la sua solita ironia. “Ho tagliato i capelli, il fisico ha avuto uno shock…”, ha scherzato, prima di passare al tono serio: “Scherzi a parte, ho preso un virus, ho perso tre chili. Però adesso sto meglio e sono presente”.

Ma le parole più pesanti arrivano quando si parla del suo ruolo nel Milan, oggi e domani. “Se mi sento centrale anche per il futuro? Sono qua per aiutare tutti quanti, in campo e fuori. Come è stato prima, nel presente e nel futuro”, ha chiarito, con quella formula che suona più come un avvertimento che come un’autodescrizione.

Il rapporto con Giorgio Furlani

Poi arriva il nodo vero: il rapporto con Giorgio Furlani, l’amministratore delegato del Milan volato a New York da Cardinale proprio nei giorni dell’assenza di Zlatan. Per alcuni, il segnale che la convivenza tra l’ex campione e l’attuale management stava scricchiolando. Per Ibra, tutta fuffa.

“Ho visto che hanno scritto che ho litigato con Furlani e altre cose, ma sono falsità, tutto inventato. Con Furlani parliamo tutti i giorni di tutte le cose, prima, oggi e domani”, ha detto secco. E ancora: “Lo so che si parla tanto della figura del nuovo direttore sportivo, però noi siamo uniti, stiamo parlando tutti i giorni per capire cosa serve, cosa non serve. Non posso entrare nei dettagli”.

Il ritorno di Zlatan arriva anche con una sottile nota polemica. Quasi una stilettata elegante, ma affilata: “Sono qua per aiutare tutti quanti in campo – dove spero che andrà meglio – e fuori campo”, ha chiuso, lasciando intendere che da spettatore non proprio soddisfatto qualcosa, da quelle parti, non lo ha convinto.

E il paradosso è che tutto accade nella serata in cui il Milan affronta Antonio Conte. Proprio lui, l’uomo che Ibrahimovic non aveva voluto al Milan in estate. Lo aveva fatto capire, lo aveva fatto pesare. E oggi, da “consigliere” speciale, lo osserva dalla tribuna mentre guida l’altra panchina. Anche questo, in fondo, è un messaggio.

Zlatan è tornato. Ma stavolta non per giocare. Per ricordare che c’è. E che nel Milan, nessuna decisione importante si prende senza che lui abbia detto la sua.

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