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Siamo tutti vittime dell’ipnocrazia. Ci credevamo utenti. Siamo contenuto.

Ipnocrazia: il regime morbido dell’illusione

Viviamo immersi in una nebbia che odora di Silicon Valley e propaganda aromatizzata. Ma non ci sveglia più nessuno. L’ipnosi è diventata sistema operativo. La chiamiamo libertà di informazione — che bella parola — ma in realtà è solo overload narrativo. Lo scroll come trance. Il feed come incantesimo. Lo schermo come unica finestra sul reale, o su qualcosa che gli assomiglia.

“Se la distinzione tra vero e falso ha perso ogni significato, viviamo negli interstizi di infinite narrazioni simultanee e concorrenti, in cui tutte collidono in un equilibrio instabile. Le piattaforme digitali non si limitano a distribuire contenuti: producono realtà multiple, spesso incompatibili ma ugualmente potenti. Il sistema non cerca coerenza: prospera, piuttosto, nella confusione.
Questa ambiguità strutturale è ciò che rende la simulazione totale così efficace. Non si presenta mai come un unico regime narrativo ma come un universo di possibilità. La realtà è stata atomizzata in frammenti che si sovrappongono, si contraddicono e infine si annullano a vicenda. Questo flusso infinito non lascia spazio alla critica, perché non c'è nulla di stabile da criticare.”

Questo passaggio non è tratto da un classico del postmodernismo, né da un documentario underground: è il cuore pulsante di Ipnocrazia. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà, libro attribuito a un fantomatico filosofo cinese di nome Jianwei Xun. Un testo che ha creato scompiglio nel mondo editoriale e culturale italiano. Perché? Perché Jianwei Xun non esiste.

Dietro al presunto autore si nasconde un’operazione narrativa orchestrata da Andrea Colamedici, editore e fondatore di Tlon, con la collaborazione dell’intelligenza artificiale. Un esperimento di filosofia incarnata nel fake. Una trappola intellettuale, o forse un’azione artistica degna dei situazionisti. L’Espresso ha svelato la messinscena: l’autore non è mai esistito, e proprio in questo sta la forza del libro. Un colpo di teatro che dimostra — con ironia tagliente — come sia possibile costruire un’autorità dal nulla, una credibilità da zero, una realtà alternativa con pochi prompt ben messi.

Ma attenzione: Ipnocrazia non è solo un trucco. È una vera e propria guida alla comprensione del nostro tempo. Un manuale d’autodifesa mentale. Il libro analizza le modalità con cui l’informazione contemporanea si plasma in tempo reale sotto le spinte di algoritmi, influencer e tecno-leader come Elon Musk e Donald Trump. Introduce concetti come l’edging algoritmico, l’entertainment distrattivo e la resistenza oscura. Linguaggio tagliente, visione ampia, ritmo che tiene svegli. E sopra ogni cosa: lucidità.

La ipnocrazia non ha volto, non ha leader, non ha bandiere. È il dominio dolce del possibile. È Matrix senza bisogno della pillola. Nessuno ti costringe: ti distrai da solo.

E quindi?

Fermati. Rallenta. Leggi, confronta, dubita. E se vuoi qualcosa che non puoi scrollare via, compra Ipnocrazia. Che tu ci creda o no, è uno dei libri più onesti su come funziona la menzogna oggi.
Fatti il regalo più radicale del 2025: riprenditi il pensiero.

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