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Durante un comizio in Michigan, Donald Trump ha sganciato l’ennesima bomba verbale: “Imporrò dazi del 100% alle auto cinesi prodotte in Messico. E sapete cosa succede quando metto i dazi? Tutti i Paesi mi chiamano. Mi leccano il c**o per fare accordi”.

Durante un comizio in Michigan, Donald Trump ha sganciato l’ennesima bomba verbale: “Imporrò dazi del 100% alle auto cinesi prodotte in Messico. E sapete cosa succede quando metto i dazi? Tutti i Paesi mi chiamano. Mi leccano il culo per fare accordi”.

La frase, diventata subito virale, riassume perfettamente il nuovo spot elettorale di Trump per la corsa alla Casa Bianca 2024: America forte, mondo in ginocchio. Ma qui non si parla solo di economia o di politica estera. Qui si parla di come la brutalità sia diventata il vero linguaggio del potere.

IL POTERE COME LINGUAGGIO PORNOGRAFICO

Trump non è mai stato un politico. È un performer. E come ogni performer sa bene che l’attenzione oggi non si conquista con la diplomazia, ma con la volgarità chirurgica. Il suo “mi leccano il culo” non è solo uno sfogo da bar. È un manifesto di potere. Un modo per dire: “Io comando. E lo sapete tutti”.

La diplomazia internazionale si è sempre fondata sull’ipocrisia delle buone maniere. Trump la smonta pezzo per pezzo, come un bimbo sovraeccitato che scopre che il mondo non è fatto per chi sta zitto e educato. I dazi non sono strumenti economici: sono armi da playground. E chi vuole evitarli, deve inginocchiarsi. O almeno, chinarsi.

DAZI, AUTO E PSICODRAMMA MONDIALE

Il contesto è chiaro: le case automobilistiche cinesi, per aggirare i dazi americani, stanno costruendo impianti in Messico. Trump, fiutando l’affare (elettorale), ha rilanciato: “Tasserò tutto. Non lascerò passare nulla. E tornerò a essere l’uomo che mette in fila tutti i capi di Stato”.

Il punto non è se lo farà davvero. Il punto è che lo dice, e milioni di persone ci credono. Perché, come ogni populista, Trump non promette soluzioni: promette rivincite.

PERCHÉ PIACE TRUMP QUANDO È COSI?

Perché in un’epoca di frasi neutre, di congiuntivi corretti, di discorsi letti dal gobbo, Trump è l’unico che sembra dire quello che pensa. Anche se è orribile. Anche se è volgare. Anche se è da psicopatico narcisista.

In un mondo dove la comunicazione politica è gestita da ghostwriter, lui è il mostro che scrive da solo. E funziona. Perché se tutti gli altri parlano la lingua dell’algoritmo, lui parla quella della pancia. Cruda. Viscera. Rancida.

CONCLUSIONI: L’ERA DEL CULO È SOLO ALL’INIZIO

Che ci piaccia o no, il linguaggio del potere è cambiato. Non si basa più sulla complessità. Si basa sull’impatto. E Trump è il re dell’impatto. La sua frase non è un’uscita a vuoto: è un memorandum per il mondo intero.

Nel suo universo, per sedersi al tavolo con l’America, non serve un passaporto. Serve vaselina…

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