Siamo ufficialmente alla follia. Rita De Crescenzo, nota tiktoker e influencer napoletana, ex detenuta, a processo per spaccio di cocaina, con la terza media e nessuna esperienza politica, ha annunciato la sua intenzione di candidarsi. Dopo l’apparizione a Roccaraso e la sfilata sul palco del Movimento 5 Stelle a fianco di Giuseppe Conte, adesso vuole “dare una mano a chi ha avuto una vita difficile come la mia”. Lo dice in un’intervista a La Stampa, dove snocciola un programma politico fatto di slogan, confusione e promesse ai limiti del surreale.
Le parole di Rita De Crescenzo
“Vengo dai vicoli del Pallonetto di Santa Lucia”, racconta De Crescenzo ad Alberto Mattioli. “Ne ho passate tante: droghe, psicofarmaci, violenze, ho fatto un figlio a 13 anni. E mo’ voglio aiutare gli altri”. Dice di essere “una ragazza semplice”, ma l’idea di lanciarsi in politica non sembra spaventarla. Anche se ammette: “Di politica non so nulla. Prima devo studiare. Anzi, su questo non farmi domande perché non posso rilasciare interviste”. Ma garantisce che annuncerà tutto “al momento opportuno” con Maria Rosaria Boccia, altra figura diventata virale per i suoi attacchi al ministro Sangiuliano.
Quando le si chiede chi sia il presidente della Repubblica, balbetta: “Mattarella, mi pare…”. E conferma: “Non ho mai votato. Ho solo la terza media”. Ma poco importa, perché – assicura – “tutta Napoli è con me”. Forte dei suoi 1,8 milioni di follower su TikTok, rivendica un consenso popolare sui social che, secondo lei, basterebbe a spalancarle le porte del potere. E cosa farebbe da presidente del Consiglio? “Rimetto subito il reddito di cittadinanza. Poi metto a posto gli ospedali che sono tutti scassati”.
La realtà, però, è un’altra. Rita De Crescenzo oggi risulta casalinga. E se le si chiede dei guadagni da influencer, nega tutto: “Non guadagno niente. Solo se mi chiamano per un evento o una pubblicità. Ma poi ci sono le spese: l’impresario, il fonico, il parrucchiere, il vestito, la macchina, la benzina…”. Trump le piace – rivela – “perché somiglia a mio marito”, tanto da aver venduto online delle statuette dell’ex presidente Usa con la faccia del coniuge. E Berlusconi? “Lo amo tutta la vita. Se non era morto, adesso stavo a casa sua”.
Quanto ai suoi problemi con la giustizia, minimizza: “In passato mi sono fatta del male con le mie mani, ma solo a me stessa. Non sono una camorrista, né una delinquente. E non ho mai spacciato. Ci sono politici che hanno fatto peggio di me”. Eppure è proprio imputata per spaccio di cocaina. Ma anche questo, evidentemente, nella nuova politica 2.0 è un dettaglio secondario.
Ci troviamo di fronte al cortocircuito perfetto: una persona che dichiara di non sapere chi sia Putin, che ammette candidamente di ignorare ogni nozione basilare della politica, che ha un processo in corso e che ha fatto dell’esposizione social il proprio trampolino di lancio verso le istituzioni. Il tutto in nome della “gente semplice”, dei vicoli e della visibilità.
L’ennesimo segnale che, se non ci si sveglia, sarà l’influencerismo a prendersi anche le ultime roccaforti della politica reale. E a quel punto, più che chiedersi “chi è Putin”, toccherà chiederci: chi siamo diventati noi?