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Fabio Fazio e le uova di cioccolato “fantasy”: Willy Wonka sì, ma con multa

Il sogno zuccheroso di Fabio Fazio, versione savonese di Willy Wonka, si è un po’ sciolto prima di arrivare in vetrina. L’operazione romantico-imprenditoriale che lo ha visto rilevare la storica fabbrica Lavoratti 1938 – laboratorio dolciario di Varazze salvato dal fallimento – si è infatti scontrata con la dura realtà delle etichette. Non quelle dei talk show, ma quelle degli ingredienti: secondo quanto riportato da La Verità, il conduttore di Che tempo che fa ha ricevuto una multa da oltre 60.000 euro per “etichette ingannevoli”.

Fazio, che combini?

In pratica: le uova pasquali e le tavolette da gourmet, vendute anche a 350 euro, venivano presentate come realizzate con ingredienti Dop e Igp – “Pistacchio verde di Bronte”, “Nocciola di Giffoni”, “Sale marino di Trapani” – che però, secondo l’indagine dei carabinieri del Comando Tutela agroalimentare, non erano presenti nei prodotti o lo erano in forme non conformi ai disciplinari. Il pistacchio, per dire, era generico “siciliano” e la nocciola veniva dal Piemonte, mica da Giffoni.

Un inciampo più agro che dolce per la società “Dolcezze di Riviera Srl”, fondata da Fazio con la moglie Gioia Selis e altri due soci: Davide Petrini e Alessia Parodi. La retorica da “cacao e cuore” – con l’acquisto dell’azienda dopo il lockdown e l’idea di puntare tutto sulla qualità artigianale – ha ceduto il passo a un richiamo concreto: 13 sanzioni amministrative, 1.200 confezioni sequestrate, 5.400 etichette ritirate, un conto da quasi 100mila euro. Poi saldato con lo sconto del 30%, perché in questi casi pagare entro cinque giorni è come trovare la gallina dalle uova d’oro.

Fazio si è dimesso da presidente del Cda il 29 febbraio, anche la moglie ha lasciato il ruolo di consigliera. Le descrizioni “fantasiose” sono sparite dall’e-commerce, sostituite da un più generico “pistacchio” e “nocciola”. Solo in seguito è ricomparsa la “nocciola Piemonte Igp”, e il “pistacchio verde di Bronte Dop” ha fatto ritorno tra gli ingredienti, ma stavolta con tutte le carte in regola.

La morale? Che anche nel paese delle meraviglie serve leggere bene le etichette. E che nemmeno per un conduttore Rai diventato pasticciere di lusso esistono scorciatoie tra una pralina e una denominazione di origine. E se le uova Lavoratti avevano la sorpresa, questa – almeno per Fazio – è stata davvero amara.

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