Altro giro, altra fuga di notizie. Questa volta non è il solito hacker russo o cinese, ma un più domestico – e molto americano – gruppo chat, dove tra una cena da organizzare e una lamentela sulla scuola dei figli, spuntano fuori anche i piani per bombardare lo Yemen.
Protagonista dell’ennesima figuraccia? Il Segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, già noto per la sua confidenza con l’app Signal, che continua a usare come se fosse WhatsApp sotto Natale. Secondo il New York Times, subito seguito dalla CNN, Pete avrebbe condiviso dettagli piuttosto… delicati (tipo gli orari dei voli degli F/A-18 Hornet) in una chat tutta sua, creata con amore e leggerezza. Tra i membri? Il fratello Phil, l’avvocato Tim Parlatore e – naturalmente – la moglie Jennifer, ex Fox News, oggi evidentemente più vicina al Pentagono di quanto richiedano le convenzioni (o la sicurezza nazionale).
Insomma: una chat casalinga, ma col botto. Letteralmente.
Non è nemmeno la prima volta. A marzo, lo stesso Hegseth si era ritrovato con un altro “gruppo esclusivo” dove discuteva dei raid aerei con toni da comitiva in gita scolastica, insieme ad altri funzionari dell’amministrazione Trump. Peccato che, tra i partecipanti, fosse finito per sbaglio anche Jeffrey Goldberg, direttore dell’Atlantic, che evidentemente era stato inserito per errore. Da lì, l’indagine dell’ispettore generale del Dipartimento della Difesa e una quantità imbarazzante di polemiche.
Ora la storia si ripete, ma con una chat non accidentale. Anzi, costruita a tavolino da Pete stesso. La CNN sottolinea che il fratello e l’avvocato lavorano effettivamente al Dipartimento della Difesa – ma Jennifer no. Eppure lei c’è sempre, anche quando si incontrano leader stranieri. Una presenza che ha fatto storcere più di un naso.
Come se non bastasse, negli ultimi giorni Hegseth ha anche deciso di fare pulizia a modo suo al Pentagono, licenziando gente del calibro di Dan Caldwell, Darin Selnick e Colin Carroll. Un vero “spring cleaning”, ma con retrogusto istituzionale.
E i segnali interni iniziano a diventare sirene d’allarme. L’ex addetto stampa John Ullyot è stato chiarissimo: “Un mese di caos totale. Tra piani operativi usciti dal nulla e licenziamenti a raffica, la situazione sta diventando ingestibile. Trump merita di meglio”.
Washington, intanto, è impegnata fino al collo in un’operazione militare contro gli Houthi. E con un capo della Difesa che condivide informazioni top secret come fossero ricette di famiglia, la preoccupazione è ormai bipartisan.