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Settecento milioni di motivi per capire che le Big Tech non sono intoccabili. Cos’è davvero il Digital Markets Act

Bruxelles ha rotto gli indugi: Apple e Meta dovranno pagare caro – in senso letterale – per aver infranto le regole del Digital Market Act. Cos’è davvero il Digital Markets Act? E’ la risposta dell’Unione Europea allo strapotere delle Big Tech. Un regolamento entrato ufficialmente in vigore nel 2023 con un obiettivo chiaro: mettere fine alle pratiche sleali delle grandi piattaforme online e garantire un mercato digitale più aperto e competitivo. Ma chi colpisce? Il DMA si rivolge ai cosiddetti gatekeeper, cioè quelle aziende che hanno un’influenza sistemica sul mercato: parliamo di colossi come Google, Apple, Meta, Amazon, Microsoft. Per essere considerati tali, devono avere almeno 45 milioni di utenti attivi nell’UE e un fatturato annuo superiore a 7,5 miliardi di euro nel territorio europeo.

Cosa cambia concretamente?

Con il DMA, queste piattaforme non possono più:

  • Favorire i propri servizi nei risultati di ricerca o nei marketplace (es. Google che mostra prima i propri prodotti).
  • Impedire agli utenti di disinstallare app preinstallate (es. il browser di default su un iPhone).
  • Bloccare l’interoperabilità con servizi esterni (es. WhatsApp che dovrà consentire l’invio di messaggi da e verso altre app).
  • Obbligare i venditori a usare solo i loro sistemi di pagamento (es. App Store e le sue commissioni).

Il principio è semplice: giocare ad armi pari. E se qualcuno sgarra? Le sanzioni non sono simboliche: si può arrivare fino al 10% del fatturato globale annuo dell’azienda. E se insistono, fino al 20%.

Perché è importante?

Perché per la prima volta l’Europa non si limita a rincorrere le violazioni, ma le anticipa. Non si tratta di multare a posteriori, ma di regolare a monte, imponendo regole di condotta precise. È un cambio di paradigma. E per chi ha costruito un impero sul controllo dei dati e l’effetto rete, potrebbe essere un terremoto.

Alla luce di quanto sopra, quindi, la Commissione europea ha inflitto una sanzione complessiva da 700 milioni di euro ai due colossi americani, colpevoli di aver ostacolato la concorrenza e limitato la libertà di scelta degli utenti.

Una decisione che arriva in un momento diplomaticamente delicato, mentre l’Unione europea tenta di sbrogliare la matassa dei dazi con gli Stati Uniti. Sullo sfondo, il possibile faccia a faccia tra Ursula von der Leyen e Donald Trump ai funerali di Papa Francesco a Roma: incontro non ufficiale ma carico di potenziali conseguenze politiche.

Se da un lato la Commissione assicura che le multe non hanno nulla a che vedere con la questione dei dazi, dall’altro le reazioni d’oltreoceano non si sono fatte attendere. Meta ha accusato l’Ue di voler punire il successo americano. E mentre Valdis Dombrovskis ribadisce l’apertura al dialogo sulle tariffe, l’aria si fa pesante.

Nel frattempo, l’Europa lancia un messaggio chiaro: chi gioca sporco nel mercato digitale pagherà il prezzo. Anche se si chiama Apple. Anche se si chiama Zuckerberg.

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