C’è un dettaglio che potrebbe cambiare tutto nell’indagine sull’omicidio di Ilaria Sula. Quando gli agenti sono arrivati a bussare alla porta di via Homs, la madre di Mark Samson – il ventitreenne reo confesso – non si è limitata a spalancare l’ingresso. Prima, secondo gli inquirenti, ha aiutato il figlio a cancellare le tracce di sangue lasciate dalla ragazza. Poi si è preoccupata di un oggetto chiave: il cellulare di Ilaria, quello con la cover rossa. L’ha avvolto nella carta stagnola, l’ha nascosto sotto il materasso, mentre fuori la polizia era già pronta a entrare.
Ecco i dettagli sulla madre di Mark Samson
Quel telefono, per giorni, è stato lo strumento usato da Mark per confondere le acque: messaggi alle amiche di Ilaria, risposte via social, un tentativo di far credere che fosse ancora viva. All’inizio aveva raccontato di averlo gettato in un tombino, ma la verità è emersa solo quando – interrogato insieme agli avvocati Fabrizio Gallo e Alessandro Pillitu – ha rivelato dove cercare: “Mamma me l’ha detto poco prima che mi portassero via”.
Ora che il telefono è stato recuperato e sarà passato al setaccio dagli investigatori, la posizione di Nors Man Lapaz si fa pesante. Per lei, l’accusa di occultamento di cadavere e complicità nell’indagine. Ma lo smartphone è anche la chiave per capire cosa sia davvero successo tra il 25 e il 26 marzo: gli inquirenti vogliono scoprire se Ilaria sia stata attirata a casa di Mark con un messaggio, se dietro la tragedia ci sia stata premeditazione. L’ultima verità, ancora una volta, passa per la tecnologia e per un materasso trasformato in nascondiglio improvvisato.
